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Quali sono le tre modalità principali di smaltimento dei rifiuti?

Lo smaltimento dei rifiuti è un’attività fondamentale per garantire la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Esistono tre principali modalità di smaltimento, ognuna con caratteristiche e impatti differenti: discarica, incenerimento e riciclo. Comprendere come funzionano queste modalità e cosa possiamo fare a livello domestico, specialmente in relazione alla raccolta residuale, è il primo passo per contribuire a un sistema più sostenibile.

Quali sono le operazioni di smaltimento dei rifiuti

Le operazioni di smaltimento iniziano dalla raccolta e dal trasporto dei rifiuti fino al loro trattamento finale. Le tre modalità principali sono:

  1. Discarica: consiste nel conferire i rifiuti non recuperabili in aree controllate, dove vengono stoccati in sicurezza. Prima dello smaltimento definitivo, i rifiuti vengono compattati e trattati per ridurre l’impatto ambientale. Le discariche moderne sono dotate di sistemi di raccolta del percolato e di captazione del biogas, ma restano comunque soluzioni ad alto impatto, da riservare solo ai rifiuti non altrimenti gestibili.
  2. Incenerimento con recupero energetico: attraverso impianti termovalorizzatori, i rifiuti vengono bruciati ad alte temperature. Il calore prodotto viene trasformato in energia elettrica e/o termica. È una modalità che consente di ridurre significativamente il volume dei rifiuti, ma comporta emissioni in atmosfera che devono essere accuratamente controllate.
  3. Riciclo e recupero: è la forma di gestione più virtuosa. I materiali vengono separati per tipologia (plastica, vetro, carta, metalli) e avviati al riciclo. Questo processo consente di ridurre il consumo di materie prime e l’impatto ambientale complessivo. Fondamentale è la qualità della raccolta differenziata, che dipende in gran parte dai comportamenti dei cittadini.

Cosa si può buttare nella raccolta residuale?

La raccolta residuale, detta anche “indifferenziata”, è destinata ai rifiuti che non possono essere riciclati o compostati. È importante utilizzarla correttamente per non compromettere il funzionamento dell’intero sistema di raccolta differenziata. Ecco alcuni esempi di cosa può essere conferito nella raccolta residuale:

  • oggetti rotti non riciclabili (penne, spazzolini, piccoli giocattoli in plastica non separabile);
  • carta sporca o unta (fazzoletti usati, tovaglioli sporchi di cibo);
  • sacchetti dell’aspirapolvere e polvere domestica;
  • ceramiche rotte e porcellana;
  • lettiere per animali non compostabili.

Al contrario, non vanno mai nella raccolta residuale i rifiuti pericolosi (pile, farmaci, vernici), i RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), né i materiali riciclabili che devono essere conferiti nelle apposite raccolte.

La corretta gestione dei rifiuti richiede consapevolezza e partecipazione da parte di tutti. Scegliere accuratamente dove buttare ogni oggetto, ridurre la produzione di rifiuti e preferire il riuso sono azioni quotidiane che fanno una grande differenza. Ogni gesto conta: solo con l’impegno collettivo possiamo ridurre l’impatto ambientale del nostro stile di vita e contribuire a un futuro più sostenibile.

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